Uno sguardo inedito su Gorbachev

Uno sguardo inedito su Gorbachev

“Sono tedesco. E probabilmente il primo tedesco che ha incontrato nella sua vita voleva ucciderla”. “No” – risponde secco Gorbachev alla provocazione lanciatagli da Werner Herzog.

Si apre così la lunga intervista di Werner Herzog, curata con il suo collaboratore André Singer, all’uomo che cambiò il corso della Storia, l’ex leader sovietico Gorbaciov.

Meeting Gorbachev sarà proiettato domenica 31 marzo, ore 18.00 al Cinema PortoAstra. Il film offre uno sguardo inedito su alcuni degli eventi più significativi della fine del XX secolo – dal disarmo nucleare all’unificazione della Germania – e allo stesso tempo mette in prospettiva la stagione dei populismi che (non solo) l’Europa sta attraversando. I materiali d’archivio si alternano alle testimonianze di George Schultz (segretario di Stato ai tempi di Reagan), Horst Teltschik (consulente per sicurezza nazionale di Helmut Kohl), il primo ministro ungherese Miklós Németh e il Lech Walesa di Solidarnosc, per ripercorrere le tappe salienti della vita familiare e politica dello statista russo.

Herzog e Gorbachev si incontrano per tre volte nell’arco di sei mesi, e nonostante l’ultimo Presidente dell’Unione Sovietica sia un uomo provato dalla malattia, la sua mente è lucida: il suo calore e il suo umorismo, uniti all’abilità di Herzog di scavare in angoli inaspettati della sua vita, rendono questi incontri coinvolgenti e commoventi.

BIOGRAFIA

Werner Herzog è lo pseudonimo del regista cinematografico e teatrale tedesco Werner Stipetic, autore tra i più originali e significativi del cinema tedesco contemporaneo. Tra le sue pellicole più celebri, AguirreAguirre,  furore di Dio (1972), L’enigma di Kaspar Hauser (1974), Nosferatu, il principe della notte (1978) e Fitzcarraldo (1982, vincitore al Festival di Cannes per la miglior regia). In Italia è uscito il suo storico diario di lavoro La conquista dell’inutile (Mondadori 2007). I temi della emarginazione e della ribellione sono al centro dei suoi film, insieme a violenze e orrori della guerra. Per il teatro si ricordano le regie di Norma (1994), Tannhauser (1998) e Fidelio (1999). Insignito del Pardo d’oro alla carriera del Festival di Locarno nel 2013, della sua produzione successiva vanno citati la pellicola Queen of the desert(2015), di cui è stato regista e sceneggiatore, e il docufilm Lo and Behold. Reveries of the connected world (2016).



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