Arild Andresen presenta Handle With Care

Arild Andresen presenta Handle With Care

Handle With Care è il film che verrà proiettato nella prima serata di venerdì 6 ottobre al cinema PortoAstra. Il film verrà introdotto al pubblico dal regista, Arild Andresen, il cui primo lungometraggio, The Liverpool Goalie, ha ricevuto, tra gli altri, un Orso di Cristallo alla Berlinale 2011.

Cineuropa ha raggiunto Arild nel quartiere Tøyen di Oslo, vicino al museo Munch. L’intervista completa può essere trovata a questo link.

Handle With Care è un film sull’adozione?
Si tratta piuttosto del ritratto di un padre, vedovo, la cui moglie Camilla aveva un forte legame con il figlio, Daniel, un bambino adottato. Kjetil, ora che è da solo a crescere questo bambino, non riesce ad assumere il suo ruolo di padre. Soprattutto perché non è facile ammettere, specie a se stessi, che si nutre poco affetto per il proprio figlio. Argomento tabù, se vogliamo. Partirà per la Colombia con il bambino nella speranza di trovare la madre biologica. Ho usato la mia esperienza di padre, non necessariamente per difendere il personaggio, ma per sfumarlo, per mostrare diverse sfaccettature. Kristoffer Joner, con il quale ho già lavorato, dà a Kjetil la coerenza e la credibilità necessarie. Perché Handle With Care è un film sulla capacità di dare e ricevere amore. Kjetil ha perso l’amata moglie, quindi è vulnerabile emotivamente. Lo si vede nel suo insolito comportamento paterno: ha paura, ad esempio, dei gesti affettuosi. Ma non esprimere i propri sentimenti non significa necessariamente esserne privi, non provare affetto.

Il suo è senza dubbio un film drammatico.
Handle With Care è un dramma, è vero. Ma la vita è un mix di sensazioni, di emozioni diverse. Le esperienze vissute si mescolano, si amalgamano. Comico e tragico coesistono. Così è la vita. A Bogotà come altrove. Volevo mostrare questa città nella sua interezza, avendo ottenuto il permesso di girare praticamente ovunque, ma ho incontrato riluttanza nei quartieri alti. Se ho girato con un team colombiano è per motivi finanziari, ma anche per le opportunità dello scambio. Trovo gratificante avvalermi di competenze locali.

Tutti i suoi film parlano d’infanzia. Ha dei ricordi di cinema legati alla sua?
Sì, l’attesa gioiosa, il buio in sala… vedere Tarzan con papà, i musical con la mamma, e i classici Disney con entrambi. Magico. Più tardi ho avuto un periodo Scorsese e Coppola. Ora apprezzo particolarmente Michael Winterbottom, il suo modo di mostrare l’interazione tra i personaggi, il suo studio degli ambienti. E mi piace molto discutere di cinema con il mio collega e amico Joachim Trier. Appassionante… e stimolante!



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